Il caso di oggi: una sera un ragazzo macedone, all'esordio di primavera, subisce un insulto razziale. E d'istinto tira una bella testata sul naso del malandrino.
A processo per lesioni, risarcisce il danno - anche se solo parzialmente - sospende la procedura chiedendo di espiare con lavori di pubblica utilità, e cosi risolviamo il problema penale.
Il malandrino, evidentemente non soddisfatto né pago del risarcimento già ottenuto, propone l'azione civile per avere di più.
La nostra replica: in riconvenzionale chiediamo il risarcimento del danno per l'ingiuria razziale che, a 5 anni dall'accaduto, si prescrive tra qualche mese, e che vale almeno quanto il residuo avere del naso fratturato, proponendo una transazione quasi a zero.
Altrimenti si fa il processo e il malandrino si troverà esposto a pagare il suo avvocato. La nostra parcella, invece, come fosse già saldata.
L'alternativa: che accetti la nostra proposta di definizione transattiva e impari a rispettare il prossimo, che altrimenti di testate è destinato a riceverne altre.
Meglio pochi sporchi e subito.
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