Vicino al paese di mio padre, a Porto Recanati, una pescivendola, rimasta vedova è riuscita, nonostante l'invidia di tutti, a migliorare la sua impresa. Sui suoi tre camion di distribuzione fece scrivere la frase "la tua invidia è la mia forza".
Molti di voi ricorderanno il caso delle patenti per cui era stata richiesta la procedura di revisione da parte della Motorizzazione di Belluno sulla base di segnalazione per droga pervenuta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Belluno.
Il caso ci era stato portato da un ragazzo che poi aveva passato parola a molti suoi amici. In tutto abbiamo trattato una ventina di ricorsi incardinati davanti al TAR del Veneto (mi hanno fatto notare che non si capisce perché a volte parlo al plurale e a volte al singolare: quando parlo al plurale è perché sul caso hanno lavorato diversi professionisti del network).
La soluzione era già scritta in una sentenza del TAR del VENETO, la numero R.G. 482/2018 (cercatela, è in Internet).
Il TAR annullava il provvedimento di revisione condannando il Ministero dei Trasporti alla refusione delle spese legali in 2.000,00 euro per ciascuno.
Secondo la filosofia del Network, quando il risultato è ottenibile in prossimità al 100%, noi dividiamo il rischio con il cliente/assistito.
Ciò significa che chiediamo l'anticipo delle spese vive riservandoci sul saldo delle nostre competenze all'esito della procedura, nei limiti di quanto prevediamo sarà liquidato dal Giudice in nostro favore.
Purtroppo, non tutte le ciambelle riescono con il buco. Così, per i nostri venti assistiti - e salvo che per le prime cinque cinque notifiche andate male (a volte il troppo lavoro gioca brutti scherzi) - il TAR ha accolto il ricorso, salvato la patente, ma compensato le spese legali. Così abbiamo dovuto chiedere a tutti di corrisponderci il saldo, limitando però il dovuto ai minimi della tariffa. Un buon risultato comunque, visto che tutti (compresi i primi cinque) oggi guidano con la loro patente e il Ministero, finalmente, ha capito che non si può disporre la revisione o revoca se non sulla base di elementi concreti.
Il caso è salito alla ribalta delle cronache locali. Tuttavia, con il giornalista c'è stato un fraintendimento. Tanto che si scrive che i ricorsi sarebbero stati depositati gratuitamente. Non vero. Infatti ognuno degli assistiti ha pagato le spese ed ora pagherà il saldo di parcella, seppure molto contenuto.
Ma un collega, che evidentemente non aderisce alla nostra filosofia, ha ben pensato di deferirmi al consiglio di Disciplina perché gli avvocati non devono assolutamente elargire prestazioni gratuite (cosa su cui concordo anche personalmente).
Al collega, che con sottile francesismo definirei "pisa in presa", rispondo ora, all'esito dell'archiviazione.
Anziché farsi i Casi degli altri, covando invidia, rabbia e gelosia in pancia, pensi piuttosto a migliorare le sue prestazioni professionali. Così forse un giorno anche lui, se è proprio bravo, potrà accedere agli onori della ribalta. Come accade a noi.
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