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Immagine del redattorePaolo Serrangeli

LA FIDUCIA tra assistito/cliente e avvocato

"Di cose gravi ne ha fatte tante, ma questa è la peggiore".

Questo è ciò che mi ha riferito un mio cliente, quando, a colloquio con il suo precedente avvocato, gli ha detto che io avevo sottoscritto un atto al posto suo.

Il caso: il suddetto cliente aveva subito un procedimento per revisione della patente di guida, seguito da altro legale di fiducia. Dopo più di tre anni, la patente non era ancora tornata. Dunque, questo cliente, mio amico, mi aveva chiesto un consiglio, mi aveva consegnato le carte e mi aveva incaricato di risolvere il problema che l'altro avvocato, pur vantando parcelle, non era stato capace di risolvere, più per negligenza - a mio avviso - che per mancanza di competenza.

Nell'urgenza della situazione, ho firmato io per il cliente la comunicazione trasmessa alla Prefettura, la quale mi ha dato immediatamente la risposta richiesta.

Nel rapporto di fiducia, a mio avviso, c'è anche questo. Quando un cliente è nell'impossibilità di venire in studio a firmare, se si tratta di mandare una comunicazione posso pensarci io. Perché la fiducia è tutto. E il mandato può essere conferito anche solo verbalmente.

Tempo dopo, questo cliente si è rivolto a me dicendomi "Paolo, lo sai che hai fatto una cosa gravissima, e io potrei denunciarti".

Denunciarmi per cosa? Per avere adempiuto al mio incarico conformemente alle sue richieste?

Allora, alla mia domanda di spiegazioni, mi dice di essere tornato dal precedente avvocato - che lo aveva convocato per avere i soldi di un lavoro concluso male - il quale, avvedutosi del mio intervento (dopo anni dalla soluzione del suo incarico), aveva ben pensato di gettare discredito sulla mia figura professionale, pure davanti a una collega, apostrofandomi peraltro con epiteti poco garbati, e consigliando al mio cliente di deferirmi al Consiglio Disciplinare.

In coscienza, non avevo - né ho - nulla da temere. Continuerò ad assistere i miei clienti in fiducia anche firmando per loro, previa autorizzazione preventiva e successiva ratifica.

Al mio collega, che non è altro che un Povero Allocco, dico: spesso si vedono le Pagliuzze nell'occhio altrui, e non i Travi nel proprio. Perché, diffamare un collega con un suo cliente davanti ad altra collega, è un comportamento assolutamente riprovevole, oltre che passibile di condanne disciplinari gravi e denunce penali.

Noi, in coscienza, sappiamo di agire sempre in buona fede e per il bene dei nostri clienti/assistiti. Così onoriamo la fiducia conferita. Così onoriamo il nostro Giuramento.


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