A volte capita, durante un'arringa difensiva, di usare citazioni di varia fatta e natura.
Le citazioni bibliche sono tra le mie preferite. Perché colpiscono trasversalmente l'attenzione di tutti. Del resto siamo tutti, credenti o nolenti, comunque di cultura cattolica.
Dunque, una citazione biblica è destinata a catturare l'attenzione del Giudice quasi sempre.
Il caso di oggi è risultato particolarmente interessante, perché capace di mostrare un meccanismo endemico del sistema, in base al quale, quando il Parlamento ed il Governo non sono in grado di aggiornare la legge in modo tale da renderla adatta alla realtà immanente (la legge nasce sempre già vecchia) allora ai Giudici è concessa la possibilità di intervenire nel tessuto legislativo, interpretando, e così adattando una legge magari superata alla realtà concreta in continuo mutamento.
L'espediente utilizzato in aula (definito dall'amica Irene Aliprandi, forse in maniera un po' superficialotta, un "siparietto", ma glie la perdoniamo), ha permesso, invece, di rendere palese il meccanismo di cui si è detto sopra.
Il Giudice, infatti, avvedutosi che anche il Tribunale non può adeguare le proprie strutture alla sicurezza sul lavoro pretesa dal legislatore (e non per negligenza, ma perché è la legge sulla sicurezza dei luoghi di lavoro ad essere strutturata male e oramai superata, come sanno molto bene numerosi imprenditori Italiani) è stato in grado, dopo una camera di consiglio di almeno mezz'ora, di cancellare con un colpo di spugna quegli aspetti della legge in questione che, evidentemente, la rendono inapplicabile al caso concreto.
Risultato: d'ora in avanti i responsabili della sicurezza sul lavoro non dovranno più preoccuparsi se l'ambiente di lavoro non è perfettamente a norma. In caso di imputazione, qui a Belluno potranno andar certi di venire assolti.
E palla al centro. E tanaliberatutti.
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